INSIDE THE INDUSTRY: Apripista transalpino – I binari verso il futuro

Qual è il segreto del successo del progetto svizzero di shift modale, che negli ultimi 25 anni ha spostato una quota rilevante di traffico merci dalla strada alla ferrovia? La risposta è chiara: un insieme di policy innovative e finanziamenti che incentivano e facilitano la conversione.

Già dai primi anni ’90, la Svizzera ha gettato le basi per il passaggio del traffico commerciale dalla strada alla ferrovia – diversi anni prima del lancio dei programmi internazionali come il Protocollo di Kyoto e l’Accordo di Parigi, che impegnano governi e aziende a raggiungere obiettivi precisi per combattere il cambiamento climatico.

Oggi, l’invidiabile split 30/70 tra strada e ferrovia della Svizzera, relativo ai carichi che viaggiano attraverso le Alpi, è un punto di riferimento per il resto dell’Europa. A titolo di esempio, ricordiamo che le due nazione transalpine confinanti, Francia e Austria, segnano un rapporto tra strada e ferrovia al 90/10 per gli stessi traffici.

Implementando una serie di misure, la Svizzera si è posizionata come apripista nello sviluppo di un sistema di trasporto più sostenibile. La cosiddetta “Alpine Initiative,” che è diventata legge federale nel 1994, è uno degli elementi cardine del modello svizzero. Essa introduce ulteriori cambiamenti nella policy dei trasporti, in grado di privilegiare il trasporto merci ferroviario, rispetto all’alternativa stradale:

  • Finanziamenti dedicati per la modernizzazione dell’infrastruttura ferroviaria: la Svizzera ha destinato 24 miliardi di Franchi (21 miliardi di Euro) alla costruzione del New Railway Link through the Alps – NRLA e all’espansione di quattro metri del tracciato ferroviario del Tunnel del Gottardo. L’obiettivo: standardizzare l’infrastruttura del tunnel ferroviario di base dei trafori del Gottardo, del Ceneri e del Lötschberg per facilitare il transito dei treni merci e ridurre i tempi di transito tra il nord e il sud del Paese.
  • Disincentivazione del trasporto su strada: la Svizzera ha introdotto una tassa legata alla distanza di trasporto delle merci pesanti (Heavy Goods Vehicle Charge – HGVC), e dall’inizio dell’anno 2000, i camion che utilizzano le strade svizzere pagano una tariffa proporzionale a distanza, peso e emissioni. Due terzi delle entrate legate alla tassa sul trasporto pesante (HVF/Leistungsabhängige Schwerverkehrsabgabe, LSVA) sono destinate al fondo per lo sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria (Rail Infrastructure Fund – RIF), attraverso il quale vengono finanziati i progetti infrastrutturali come l’NRLA.
  • Riforma ferroviaria per incentivare il trasporto su rotaia: la Svizzera ha liberalizzato il mercato del trasporto merci ed ha aperto il network ferroviario alle compagnie ferroviarie private, per stimolare la competizione.
  • Allineamento della politica dei trasporti con le policy dell’Unione Europea: il “Land Transport Agreement” tra la Svizzera e l’UE (2002) ha riconosciuto la politica svizzera di shift modale come conforme alla politica Europea in materia.
  • Sussidi governativi per l’industria: la Svizzera offre sussidi e sovvenzioni per il trasporto combinato non accompagnato e per l’Autostrada Viaggiante, per incoraggiare lo shift modale.

Queste misure si sono dimostrate decisamente efficaci nello spostare i cargo che si muovono attraverso le Alpi da e per la Svizzera, dalla strada alla ferrovia. Con un volume record di 209.4 milioni di tonnellate trasportate attraverso le Alpi nel 2016 (secondo le statistiche dell’Unione Europea e dell’Ufficio Federale per il Trasporto della Confederazione Svizzera – FOT), la quota ferroviaria del trasporto merci in Svizzera ha segnato il record del 71%.

I dati registrati dai vicini transalpini, sono invece marcatamente differenti: nel 2016 la quota ferroviaria in Austria si è fermata al 30%, mentre in Francia addirittura all’8%, per le merci trasportate attraverso le Alpi. Un’altro traguardo per la Svizzera: per la prima volta negli ultimi 20 anni, il numero totale di vicoli pesanti transitati attraverso le Alpi in un anno è sceso sotto al milione.

Anche i dati del 2017 per i traffici transalpini mostrano forti differenze tra le tre nazioni.

Mentre la quota ferroviaria dei cargo transalpini rimane relativamente bassa in Francia e leggermente più alta in Austria, il trasporto merci transalpino in Svizzera ha toccato il 70%. La quota del trasporto combinato nel trasporto ferroviario Svizzero è passata dal 17% al 74% tra il 1981 e il 2017.

La legge svizzera del 1994 ha imposto la riduzione del numero di viaggi per i camion e per i semi-rimorchi nazionali e stranieri, lungo le strade svizzere, dagli 1,4 milioni del 2000 alle 650.000 unità del 2018. Anche se l’Alpine Initiative è stata criticata per aver mancato il suo ambizioso obiettivo iniziale, il numero di veicoli pesanti transitati dalle Alpi svizzere si è fermato a 954.000 unità nel 2017, nonostante l’incremento totale del volume del traffico. Senza questa legge, gli esperti stimano che transiterebbero dalle Alpi svizzere, ogni anno, tra i 650.000 e i 700.000 camion ogni anno.

La svizzera ha dimostrato che spostare le merci dalla strada alla ferrovia è possibile, ed efficace su più livelli: ha permesso di ridurre significativamente le emissioni, con indubbi benefici ambientali, ma ha anche ridotto la congestione stradale sulle strade svizzere, apportando benefici sostanziali e risparmi per l’industria logistica.

Il successo della Svizzera prova che una corretta regolamentazione può rendere il trasporto su rotaia ancora più sostenibile dal punto di vista economico. Finanziamenti, incentivi e sussidi possono essere adottati anche da altri Paesi, per gettare le basi per un sistema di trasporto più sostenibile, efficiente e basato sul ferro, anche in assenza di una riforma sostanziale del sistema ferroviario.

Dopo il successo nello shift dei volumi transalpini, la Svizzera guarda ora al trasporto merci domestico, all’import e all’export. Nel 2017 la quota di mercato della ferrovia, per il traffico import/export domestico, era ferma al 25%. Tuttavia, la joint venture tra il consorzio svizzero Cargo Sous Terrain e il Virgin Hyperloop One mira a sviluppare un sistema di trasporto merci completamente automatizzato, capace di collegare i principali hub svizzeri, con l’obiettivo di incoraggiare ulteriormente lo shift dalla strada alla ferrovia, nel prossimo decennio.

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