Il trasporto intermodale: definizioni, vantaggi e limiti
Il trasporto intermodale rappresenta una modalità di trasporto interessante per le aziende che vogliono migliorare l’efficienza della propria supply chain. In questo articolo abbiamo raccolto risorse, definizioni e informazioni relative al trasporto intermodale.
Abbiamo suddiviso l’articolo in sei sezioni, che rispondono ad altrettante domande:
- Cos’è il trasporto intermodale?
- Qual è la differenza tra trasporto intermodale, trasporto multimodale e trasporto combinato?
- Perché utilizzare il trasporto intermodale?
- Quali sono i vantaggi del trasporto intermodale?
- Quali sono i limiti del trasporto intermodale?
- Il trasporto intermodale può soddisfare le esigenze logistiche della mia azienda?
Cos’è il trasporto intermodale?
Il trasporto intermodale è un sistema di trasporto che impiega unità di carico (quali container, casse mobili e semi-rimorchi) in grado di essere facilmente trasferite su diversi mezzi di trasporto (come navi, camion e treni) per essere portate a destinazione.
Qual è la differenza tra trasporto intermodale, trasporto multimodale e trasporto combinato?
Con il termine ‘trasporto multimodale’ si definisce un servizio di trasporto che utilizza due o più modalità diverse di trasporto per portare le merci a destinazione. Un pallet che viaggia su un aereo, e poi su un camion, un trasporto che prevede una tratta su treno e una via camion, un trasporto effettuato in parte via mare e in parte su strada, sono tutti esempi di trasporto multimodale, perché coinvolgono differenti mezzi di trasporto.
Per trasporto intermodale, si intende un particolare tipo di trasporto multimodale, per il quale vengono utilizzate unità di trasporto di dimensioni standard. La caratteristica del trasporto intermodale è proprio quella di evitare la rottura del carico, che rimane all’interno della stessa unità, dall’inizio alla fine del ciclo di trasporto.
Per i trasporti intermodali intercontinentali per import/export di lunga percorrenza, che prevedono il trasporto marittimo, si utilizzano container ISO e ISO tank, che possono essere caricati su navi portacontainer, treni merci e rimorchi intermodali. Quando il trasporto intermodale non prevede il caricamento dell’unità di trasporto intermodale su una nave portacontainer, possono essere utilizzate anche unità come le casse mobili, i semirimorchi e i container non-ISO.
Il trasporto combinato è un sottoinsieme del trasporto intermodale. Per poter definire un trasporto ‘combinato’, la maggior parte del tragitto deve essere effettuato via ferrovia, per vie navigabili o via mare, limitando il più possibile l’utilizzo della modalità stradale.
In Italia, il quadro normativo di riferimento per il trasporto combinato è rappresentato dal Decreto Ministeriale del 15 Febbraio 2001, che recepisce la direttiva comunitaria n. 92/106/CEE del 7 dicembre 1992. Il decreto permette di definire un trasporto ‘combinato’ quando la lunghezza del tragitto effettuata per ferrovia, per via navigabile o per mare, è superiore ai 100 km e la parte iniziale o terminale del tragitto, effettuata su strada, è compresa in un raggio non superiore a 150 km. in linea d’aria dal terminal ferroviario, dal porto fluviale o dal porto marittimo di imbarco o di sbarco.
Perché utilizzare il trasporto intermodale?
Trasportare merci significa soddisfare la necessità di spostare un carico da un luogo di origine a una determinata destinazione, nella maniera più efficace ed efficiente possibile. Un trasporto è efficace quando soddisfa le esigenze del cliente (ad esempio in termini di velocità, sicurezza, flessibilità), ed è efficiente quando ottiene il risultato atteso, minimizzando l’utilizzo delle risorse (denaro, carburante, ore-uomo, etc.).
Il trasporto intermodale, quando correttamente pianificato ed eseguito, permette di raggiungere entrambi gli obiettivi, mantenendo alta l’efficacia, l’efficienza della supply chain.
Quali sono i principali vantaggi del trasporto intermodale?
Efficienza: l’utilizzo dell’intermodalità evita la rottura del carico e permette di concentrare l’utilizzo del camion all’interno di un raggio operativo ristretto, centrato su uno o più terminal container, ottimizzando l’utilizzo della flotta stradale attraverso viaggi più brevi e frequenti.
Economie di scala: quando i volumi trasportati sono rilevanti, l’intermodalità permette di ottenere economie di scala, riducendo il costo del trasporto della singola unità di carico e, di riflesso, il costo per tonnellata trasportata. Questa opportunità sta alla base del lavoro degli MTO (Multimodal Transport Operators) che fungono da aggregatori della domanda, offrendo capacità di trasporto intermodale ad una moltitudine di clienti.
Controllo dei costi: l’utilizzo dell’intermodalità permette di evitare i picchi di costo e la volatilità dei prezzi dell’autotrasporto, che risente maggiormente degli sbilanciamenti tra domanda e offerta, legati alle peak season e alla scarsità di autisti e mezzi.
Sicurezza: l’utilizzo di unità dedicate per il trasporto intermodale e il mantenimento dell’integrità del carico durante il trasferimento delle merci riduce al minimo i rischi di furto e danneggiamento dei prodotti trasportati.
Sostenibilità: l’intermodalità rappresenta una delle soluzioni più efficaci per muoversi verso una logistica sostenibile, sia dal punto di vista ambientale, che dal punto di vista economico e sociale, attraverso una combinazione intelligente strada-rotaia e l’utilizzo dell’autotrasporto solo per il primo e ultimo miglio della catena del trasporto.
Quali sono i principali limiti del trasporto intermodale?
Rilevanza dei volumi e distanza: il trasporto intermodale è adatto al trasporto di volumi di un certo rilievo, su distanze medio-lunghe. Per i trasporti “spot” e sulle brevi distanze viene spesso preferita la modalità stradale, più flessibile e immediata.
Capacità di organizzazione delle operazioni logistiche: l’utilizzo dell’intermodalità richiede un approccio “industriale” alla logistica. Anche in questo caso, la committenza che ricerca la massima flessibilità nelle operazioni di trasporto, spesso vede nella modalità stradale un’alternativa più adatta alle proprie esigenze.
Capillarità del servizio: l’efficacia delle soluzioni intermodali disponibili in una determinata area geografica è legata alla presenza di terminal intermodali e interporti e alla disponibilità di servizi ferroviari di collegamento con i punti di origine/destinazione rilevanti per il cliente.
Tempi di transito e velocità: la modalità stradale offre spesso un tempo di transito inferiore, rispetto all’alternativa combinata, sulle medie distanze. Questa differenza può essere ridotta o eliminata, nel caso in cui la tratta venga servita da collegamenti ferroviari giornalieri o pluri-giornalieri, in grado di offrire finestre di carico ogni 8, 12 o 24 ore. Servizi logistici a valore aggiunto, come i Fast Corridor, permettono di aumentare la velocità dei flussi intermodali, aumentandone la competitività rispetto all’alternativa tutto-strada.
Natura e valore del carico: il trasporto intermodale rappresenta solitamente una opzione attraente per i carichi di medio valore, unitizzabili e che non richiedono condizioni particolari (come la refrigerazione costante). Per i carichi caratterizzati da un alto valore, ma dimensioni e peso ridotti, viene solitamente preferita la modalità aerea, più costosa ma più rapida. Tuttavia, nuove soluzioni ferroviarie su lunghissime distanze (come il collegamento intermodale tra Cina ed Europa, o l’utilizzo del treno ad alta velocità per la logistica dedicata all’e-commerce) stanno aprendo nuovi ed interessanti scenari.
Il trasporto intermodale può soddisfare le esigenze logistiche della mia azienda?
Una volta soddisfatti i requisiti minimi e identificati i potenziali vantaggi legati all’utilizzo del trasporto intermodale, è necessario analizzare con attenzione le necessità di trasporto merci di ciascuna azienda, per capire se l’intermodalità è la scelta giusta.
Per questo è utile rivolgersi ad operatori qualificati e indipendenti, capaci di offrire una vera e propria consulenza logistica e definire insieme al cliente un progetto organico di medio e lungo periodo. Si tratta di una sfida complessa, che richiede competenze specifiche e capacità di ascolto, ma che può portare a risultati di grande impatto, che spesso si traducono in un vantaggio competitivo rilevante e duraturo.