Commercio internazionale, trend, flussi di merci e rotte navali

Per import ed export si intende l’insieme dei beni e dei servizi che uno stato acquista e vende ad altri stati del mondo. Il volume di beni e servizi commercializzati tra diversi paesi, insieme agli investimenti diretti esteri, determina il volume del commercio internazionale. In questo articolo forniremo una panoramica del commercio internazionale, i trend, i flussi di merci e le rotte navali.

Nello specifico, andremo a rispondere alle seguenti domande:

  • Cos’è il commercio internazionale e come si è evoluto in termini di flussi e volumi?
  • Quali sono le principali modalità di trasporto e i corridoi utilizzati?

Il commercio internazionale

L’importanza del commercio internazionale è notevolmente aumentata negli ultimi secoli, per merito di alcuni fattori tra cui l’industrializzazione, la tecnologia avanzata nel settore dei trasporti, la globalizzazione e la nascita delle multinazionali, che hanno portato cambiamenti di ampia portata non solo a livello economico, ma anche sociale, politico e culturale.

Nel periodo 2009-2018, il commercio mondiale di beni e servizi è cresciuto complessivamente del 57%, registrando un calo nel biennio 2015-2016 e raggiungendo un valore di oltre 25 mila miliardi di dollari nel 2018 (elaborazione dati ISTAT).

Il commercio internazionale si basa su una mole cospicua di accordi commerciali che possono indicare le tariffe doganali, le tasse sul commercio e le garanzie sugli investimenti tra due o più stati.

Nel corso degli anni, si sono formate diverse aree di libero scambio, volte a facilitare il commercio internazionale, specialmente tra paesi di una stessa regione.

Inoltre, a partire dal 1936, la Camera di Commercio Internazionale ( ICC International Chamber of Commerce) ha creato e periodicamente aggiornato delle clausole contrattuali riconosciute a livello internazionale, denominate Incoterms.

L’importanza del trasporto marittimo nel commercio internazionale

Secondo i dati del Review of Maritime Transport 2019 dell’UNCTAD, il trasporto marittimo rimane la spina dorsale del commercio globalizzato e della catena di approvvigionamento manifatturiera. Infatti oltre i 4/5 del commercio mondiale di merci in volume sono trasportati via mare. Nel 2018, il volume del commercio marittimo internazionale è aumentato del 2,7% e ha raggiunto il massimo storico di 11 miliardi di tonnellate.

Come si suddividono le navi che operano al servizio del commercio marittimo?

A partire dagli anni ’80, la composizione del commercio marittimo è notevolmente mutata. Il commercio di petroliere è progressivamente diminuito, riflettendo il limitato consumo di petrolio a seguito degli shock petroliferi degli anni ’70. Nello stesso periodo, il commercio delle principali rinfuse solide, tra cui minerale di ferro, grano e carbone, è aumentato di oltre la metà. Il carico containerizzato si è espanso al ritmo più rapido, con volumi che hanno registrato un aumento medio annuo dell’8% tra il 1980 e il 2018.

Nel 2018, i volumi di traffico di navi porta container sono aumentati del 2,6%, portandosi a quota 152 millioni di TEU.

TEU (che sta per Twenty-foot Equivalent Unit) è la misura standard di volume nel trasporto intermodale dei container ISO (che misurano appunto 20 piedi di lunghezza x 8 piedi di larghezza x 8,5 piedi di altezza) e corrisponde a circa 38 metri cubi d’ingombro totale. Questa misura è usata per determinare la capienza di una nave in termini di numero di container, o il numero di container movimentati in un porto in un certo periodo di tempo, e può essere l’unità di misura in base alla quale si determina il costo di un trasporto.

Quali sono le principali rotte commerciali delle navi porta container?

Gran parte del commercio containerizzato globalizzato (40%) continua a essere trasportato attraverso le principali arterie commerciali est-ovest, in particolare Asia-Europa, Trans-Pacifico e Transatlantico.

In dettaglio, il commercio trans-pacifico è rimasto la rotta commerciale più trafficata, con 28,2 milioni di TEU, seguita dalla rotta Asia-Europa (24,4 milioni di TEU) e dalla rotta transatlantica (8 milioni di TEU).

È interessante notare che le rotte secondarie, che coinvolgono il commercio dei paesi in via di sviluppo, sono sempre più importanti. Di queste rotte, i flussi intraregionali, dominati dai movimenti intra-asiatici, rappresentano la proporzione maggiore, pari al 27% del traffico container globale.

Successivamente, troviamo altre rotte commerciali secondarie (ad esempio, Asia orientale-meridionale -occidentale) e le rotte commerciali Sud-Sud e Nord-Sud, che valgono rispettivamente per il 13%, 12% e 8% del totale traffico containerizzato.