Logistica sostenibile: definizione, approccio e rilevanza
Con il termine logistica sostenibile si intendono tutte quelle pratiche e processi volti a migliorare la sostenibilità delle attività d’impresa legate alla supply chain, dall’approvvigionamento delle materie prime, alla loro trasformazione, allo stoccaggio, al confezionamento, alla distribuzione e alla gestione della fine del ciclo di vita dei prodotti.
Il concetto non è limitato alla sola sostenibilità ambientale, ma riguarda anche l’ambito economico e sociale. L’obiettivo è ridurre le esternalità negative legate all’attività dell’impresa, a prescindere dal fatto che esse riguardino l’ambiente, l’economia o la società.
La logistica sostenibile assume un ruolo sempre più rilevante nella transizione da un modello economico lineare (basato su cicli di estrazione, trasformazione, distribuzione e consumo) verso un modello di economia industriale circolare, che ha come obiettivo principale la valorizzazione della qualità e della durata di materie prime e prodotti.
I macro-temi legati alla logistica sostenibile sono molteplici:
- La logistica del territorio e la city logistics (ultimo miglio)
- La reverse logistics
- L’ottimizzazione della logistica di magazzino
- Lo sviluppo infrastrutturale
- La riprogettazione dei prodotti e dei processi produttivi
- Il risparmio energetico e la riduzione di scarti e rifiuti
- L’Information Technology applicata (logistica 4.0)
- L’adozione di certificazioni, standard e linee guida internazionali
- L’ottimizzazione della supply chain (bilanciamento dei traffici)
- L’utilizzo dell’ intermodalità e il trasporto combinato
- L’ammodernamento delle flotte stradali e l’utilizzo di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale
- La comunicazione verso gli stakeholder e il consumatore finale
- La sharing economy applicata ai processi logistici (condivisione di flotte, magazzini e dati)
Quali sono i passi necessari per avvicinarsi a un modello di logistica sostenibile?
L’approccio al miglioramento dei processi logistici segue uno schema ricorrente, che prevede:
- La mappatura e il coinvolgimento degli stakeholder
- La misurazione degli indicatori della performance (KPI – Key Performance Indicators)
- La definizione degli obiettivi e delle priorità
- L’adozione di un piano di azione e governance dettagliato
- La valutazione e la comunicazione dei risultati raggiunti
Coinvolgimento degli stakeholder: mappare e coinvolgere gli stakeholder permette di definire gli ambiti di materialità, ovvero le aree rilevanti del business che hanno un impatto in termini di esternalità positive o negative. Si tratta di un processo sistematico di dialogo e coinvolgimento, fondamentale per la formulazione delle politiche e delle strategie aziendali.
Misurazione: per avvicinarsi ad un modello logistico più sostenibile è importante partire dalla misurazione dello status quo. Si parte dalla definizione dei parametri chiave, dal consumo di materie prime, energia e carburante fino all’impronta di carbonio (carbon footprint) del prodotto finale. E’ necessario analizzare l’impatto dei diversi processi coinvolti nei cicli di approvvigionamento, produzione e distribuzione. Una volta compreso il ruolo e il peso delle diverse operazioni, possono essere individuate le priorità di intervento e gli obiettivi attesi.
Definizione degli obiettivi: dopo aver analizzato l’impatto dei diversi processi, si può iniziare a definire una serie di obiettivi desiderati. È quindi possibile associare a ciascun obiettivo un grado di difficoltà, inteso come sforzo necessario per il raggiungimento dei risultati auspicati (anche in relazione alle risorse disponibili).
Allo stesso modo, è possibile identificare diversi livelli di urgenza, in base alla strategia aziendale, alle attività dei competitor e alle aspettative degli stakeholder.
Definizione delle priorità: la valutazione combinata delle tre dimensioni analizzate (impatto, difficoltà e urgenza) permette di identificare una serie di obiettivi prioritari, che permetteranno a loro volta di pianificare le iniziative e gli interventi da includere nel piano di azione.
Piano di azione: è il piano delle attività necessarie per ottenere i risultati desiderati. Un programma efficace include dettagli operativi e passaggi chiave per raggiungere gli obiettivi stabiliti e una organizzazione aziendale coerente con questi obiettivi.
Un buon piano prevede riferimenti temporali per la valutazione dello stato di avanzamento, responsabilità organizzative e indicatori di performance, che permettano di valutare in maniera oggettiva l’esito delle diverse iniziative.
Valutazione dei risultati e iterazione del ciclo: passaggio conclusivo del ciclo, che permette di apprezzare i successi (attivando all’occorrenza opportune iniziative di ingaggio e comunicazione dei risultati agli stakeholder), valutare eventuali difetti ed errori e pianificare azioni correttive.
Al completamento del ciclo, è possibile ripetere il processo muovendosi verso nuovi obiettivi, più ambiziosi e complessi.
Il ruolo dei processi di trasporto delle merci
L’impatto delle operazioni di trasporto sull’impronta ecologica delle attività industriali viene spesso sottovalutato, a causa di una serie di fattori che distorcono la percezione della rilevanza di queste attività:
- L’esternalizzazione dei processi logistici
- La percezione della logistica come mera fonte di costi, da ridurre il più possibile
- La limitata visibilità e la difficoltà nel comunicare efficacemente ai consumatori le iniziative legate alla sostenibilità della supply-chain
Questi tre fattori sono fortemente legati tra loro, in un circolo che può diventare vizioso o virtuoso, a seconda delle scelte strategiche dell’azienda.
Da una parte ci sono le imprese che continuano a guardare ai processi logistici come puri costi, incapaci di generare valore per l’impresa e per i consumatori finali. Queste aziende tenderanno a comprimere il più possibile le relative voci di spesa, selezionando fornitori e servizi sulla base del minor prezzo, limitando il più possibile la visibilità dei consumatori su questi processi.
Dall’altra parte troviamo le imprese più evolute, che riconoscono il contributo del settore logistico alla catena del valore. Queste aziende considerano gli investimenti nella logistica strategici e necessari per difendere il proprio vantaggio competitivo. In questo caso la logica della scelta dei fornitori non prenderà in considerazione soltanto il costo, ma anche la capacità di generare valore, attraverso l’innovazione, la qualità del servizio e il miglioramento dei flussi operativi.
La spinta verso una maggiore sostenibilità dell’attività di impresa parte dalla consapevolezza dei consumatori, espressa direttamente, attraverso le scelte di acquisto, e indirettamente, attraverso istanze espresse a livello politico e legislativo. Per approfondire questo tema è possibile scaricare la presentazione Unibicocca – SOS LOG dal titolo “Il consumatore diventa consum-attore“.
Attualmente, questa attenzione è concentrata sugli elementi più tangibili: il packaging, le materie prime, i processi produttivi e il ciclo di vita del prodotto, dalla durabilità alla possibilità di riparazione, fino allo smaltimento del prodotto stesso, a ciclo terminato. Come anticipato, l’impatto dei processi logistici risulta spesso essere meno visibile, e di conseguenza più facilmente trascurabile.
Ignorare questo elemento è però una scelta miope, per almeno due ragioni. In primo luogo, le conseguenze di un processo logistico inefficiente vengono pagate dall’intera collettività, sotto forma di congestione stradale, incidenti, inquinamento, extra costi ed esternalità negative. In secondo luogo, è facile immaginare che presto l’attenzione si sposterà su elementi meno tangibili, generando istanze, aspettative e vincoli normativi che rischiano di cogliere impreparate molte aziende.
Dal problema alla soluzione: la logistica sostenibile come leva competitiva
Da dove possono partire le aziende che vogliono dimostrare di essere parte attiva nel miglioramento dello status quo?
Dedicare attenzione e risorse alla corretta gestione delle attività logistiche: strutturare l’organizzazione per presidiare questo tema permette di riportare le scelte strategiche all’interno dell’azienda.
Questo non significa rinunciare a esternalizzare la maggior parte delle operazioni (ad esempio attraverso una stretta collaborazione con un operatore logistico di fiducia), ma individuare, attraverso la figura del supply chain manager, un responsabile del processo di trasformazione verso una supply chain più sostenibile.
Per le aziende di dimensioni ridotte, che non sono nella condizione di individuare internamente una figura di riferimento di questo tipo, diventa fondamentale la scelta di partner logistici capaci di suggerire e motivare scelte responsabili e coraggiose.
Allargare la prospettiva, dal puro costo ai benefici legati all’ottimizzazione dei processi e all’utilizzo intelligente delle risorse: la riorganizzazione della supply chain (ad esempio attraverso un maggiore utilizzo del trasporto intermodale e lo shift modale strada-ferrovia) genera benefici legati a un utilizzo ottimale delle risorse, una migliore organizzazione dei processi e una evoluzione verso modelli organizzativi più moderni ed efficaci.
Coinvolgere i consumatori e comunicare efficacemente valori, impegno e risultati: valorizzare gli sforzi verso una logistica sostenibile significa anche intercettare le aspettative dei consumatori e mettere in campo una strategia di comunicazione coerente ed efficace. Per fare questo è possibile lavorare insieme ad associazioni come SOS LOGistica, che da anni è impegnata a raccogliere e disseminare le migliori pratiche in ambito green logistics e mobilità sostenibile sviluppando progetti e attività finalizzate alla realizzazione concreta dei principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Tra i progetti ideati da SOS LOG rientra il primo Marchio di sostenibilità logistica, uno standard che permette alle aziende di misurare la sostenibiltà delle proprie attività logistiche e comunicarlo con efficacia ai propri stakeholder.
Affidarsi a partner esperti, capaci di affiancare l’azienda nel processo di trasformazione della supply chain verso un modello più sostenibile: il Gruppo Contship vanta un’esperienza cinquantennale nello sviluppo di soluzioni intermodali intelligenti, orientate allo sviluppo del sistema logistico italiano ed europeo.
Lavorando insieme a shipping line, spedizionieri, caricatori e ricevitori, Contship ha contribuito allo sviluppo di soluzioni intermodali affidabili ed efficaci, capaci di collegare i porti italiani ai principali poli logistici italiani ed europei.