Le scelte di sostenibilità del gruppo Contship Italia
La sostenibilità all’interno di Contship Italia è un elemento insito nella missione e nel DNA del gruppo e si sviluppa lungo tre assi principali.
Il primo sono i territori in cui il gruppo investe ed è fisicamente attivo tramite le concessioni in aree portuali e la gestione di terminal intermodali. Queste infrastrutture hanno sia un impatto diretto in termini ambientali, attraverso lo svolgimento delle proprie attività, l’utilizzo degli spazi e i processi di movimentazione (sbarco, imbarco, ricarico su treno, camion, nave), sia un impatto indiretto, come conseguenza delle attività svolte dagli utilizzatori (ad esempio il traffico di mezzi che entrano ed escono dai terminal o la movimentazione delle navi).
Il secondo asse su cui si muovono i progetti di sostenibilità di Contship sono i clienti. In questo caso le aziende del gruppo cercano di offrire soluzioni di trasporto e movimentazione che i clienti possano a loro volta promuovere come sostenibili all’interno della loro value chain.
Il terzo asse, che risulta trasversale rispetto ai primi due, sono i dipendenti. In questo caso l’obiettivo è creare un ambiente di lavoro sano e sostenibile, dando forte importanza a progetti legati alla sicurezza, positività dei rapporti sociali, attenzione al gender balance e al work-life balance, migliorando in ultima istanza la qualità della vita al lavoro.
La sostenibilità nei terminal
Le infrastrutture del Gruppo Contship comprendono sia terminal marittimi, tra cui La Spezia Container Terminal e Terminal Container Ravenna, sia terminal intermodali, come Rail Hub Milano, a Melzo.
In questo senso, i territori sono da intendersi come un insieme di persone e istituzioni locali in prossimità dei terminal, con cui il gruppo si ingaggia attraverso un business che deve ricercare una crescita capace di generare un minore impatto ambientale e sociale per singola unità movimentata.
La ricerca della crescita è intesa come una maggiore capacità di offerta del servizio, facendo leva sulla disponibilità di piazzali e banchine, attrezzati con macchinari in grado di sviluppare produttività ed efficienza sempre maggiori.
Rispetto agli standard GRI, creati da Global Reporting Initiative, Contship analizza le attività in termini di impatto sui territori prevedendo una serie di investimenti consistenti per migliorare l’impatto ambientale legato a tre fonti principali tipiche del proprio business:
- Emissioni di CO2 equivalenti
- Emissioni di polveri di particolato
- Emissioni di rumore
Le attività e gli investimenti perseguiti dai terminal sono molteplici e rispondono a diversi obiettivi di riduzione delle emissioni e ottimizzazione dei consumi energetici.
Dal punto di vista energetico, una prima iniziativa è stata la volontà di una maggiore penetrazione delle fonti rinnovabili all’interno delle attività, acquistando energia elettrica rinnovabile.
Un secondo punto è l’ottimizzazione dei processi per il recupero energetico. Ad esempio, le gru che svolgono le attività di imbarco e sbarco dei container, alimentate elettricamente, prevedono la possibilità di recuperare energia dall’attrito generato dal rilascio del contenitore, frenandolo nella sua discesa. Si tratta di uno sviluppo tecnologico dell’equipment che cerca di massimizzare la quantità di lavoro minimizzando il consumo energetico. Questo porta altresì a un minor bilancio in termini di emissioni di CO2 per unità movimentata.
Una terza attività terminalistica volta all’efficientamento energetico riguarda l’utilizzo dei LED e dei pannelli solari. Il gruppo ha da anni avviato consistenti investimenti che prevedono la graduale sostituzione delle lampade delle torri faro da luminescenti a tecnologia LED. Nel caso di Melzo sono stati inoltre installati dei pannelli solari lungo il perimetro del nuovo terminal inaugurato nel 2015 che forniscono l’energia utilizzabile per le alimentazioni elettriche delle torri faro e delle gru RMG (Rail Mounted Gantry Cranes) utilizzate per caricare e scaricare i treni.
Per quanto riguarda l’impatto delle polveri, il terminal della Spezia è stato tra i primi in Italia a sperimentare e utilizzare innovativi sistemi di fissaggio che permettono la riduzione significativa delle emissioni in atmosfera. Le attività di movimentazione dei mezzi all’interno del terminal generano infatti polveri sottili per via dell’abrasione degli pneumatici o per l’innalzamento dalle superfici di base. Attraverso l’utilizzo di pitture fissanti è possibile tenere queste polveri bloccate al suolo. Un sistema di lavaggio a circuito chiuso si occupa poi di pulire le superfici e smaltire gli elementi nocivi, che altrimenti si disperderebbero nell’ambiente come particolato.
Per limitare l’impatto acustico è fondamentale innanzitutto una corretta manutenzione dei mezzi e dei piazzali, che determina un minor numero di problemi e, di conseguenza, minori occasioni di vibrazioni ed emissioni acustiche.
In aggiunta alle attività di manutenzione, il gruppo ha perseguito l’obiettivo di riduzione delle emissioni acustiche attraverso l’introduzione dei silent block. Si tratta di sistemi che permettono di ammortizzare la caduta del contenitore nel momento in cui questo viene appoggiato dalla gru sul mezzo mobile (trattore o carrello).
Un secondo investimento significativo è stata la sostituzione di tutti i segnalatori acustici di sicurezza (allarmi per la retromarcia) posizionati sui carrelli con un sistema a suono bianco. Questo sistema è caratterizzato da un’onda sonora inferiore che si disperde più velocemente rispetto ai tradizionali allarmi tonali e che risulta non solo maggiormente efficace (il suono a banda larga è più facilmente udibile dagli operatori che indossano Dispositivi di Protezione Auricolare e dalle persone con difficoltà uditive) ma anche molto meno impattante in termini di decibel, determinando un apprezzabile abbattimento del rumore dei terminal, soprattutto di quelli ubicati nelle vicinanze dei centri abitati.
Alcuni progetti in via di sviluppo prevedono la collaborazione con soggetti terzi. Un primo esempio è dato dalla collaborazione con i comandi di nave affinché le navi durante la sosta in banchina possano essere posizionate con il motore più distante possibile dai quartieri abitati. Un secondo esempio è l’investimento congiunto con l’autorità portuale per l’utilizzo del cold ironing. Si tratta dell’elettrificazione delle banchine affinché le navi ormeggiate possano spegnere i propri generatori diesel e utilizzare il sistema di alimentazione del porto. Questo abbatterebbe non solo il rumore dei generatori ma anche le emissioni di particolato e di altri gas inalteranti.
Infine, per quanto riguarda i terminal, è bene ricordare che la mission del gruppo Contship Italia è sviluppare sempre più l’intermodalità. Di conseguenza, nelle proprie infrastrutture, Contship tende a privilegiare e promuovere l’utilizzo di soluzioni ferroviarie per il trasporto dall’origine e alla destinazione delle merci.
In questo senso, La Spezia rappresenta un’eccellenza in Italia. Oltre il 30% delle merci movimentate in banchina è infatti entrato o uscito utilizzando il treno, quando la media nazionale dei porti si attesta su livelli purtroppo inferiori al 10%. In questa classifica, soltanto Trieste riesce a vantare delle performance simili sul proprio porto.
La sostenibilità come valore per i clienti
Il secondo driver di sostenibilità per il gruppo Contship Italia è il valore creato per i propri clienti diretti, vale a dire la volontà di fornire ai clienti delle soluzioni di trasporto a ridotto impatto ambientale ed energetico, in modo che essi stessi possano trasmettere questo beneficio agli utenti finali del trasporto.
Parliamo quindi di intermodalità, ossia dello shift da una modalità di trasporto tutto-strada a una che veda una componente di ferrovia più importante. Si tratta di una delle sfide principali della logistica sostenibile: oggi in Italia meno del 7% delle merci viene movimentano in modalità ferroviaria o combinata. È quindi evidente che siamo ben distanti dagli obiettivi europei di modal shift, che prevedono una composizione di trasporto terrestre ferroviario e stradale che veda almeno il 30% del trasporto via treno e il 70% su strada.
Eppure, i benefici del trasporto intermodale sono evidenti: considerando infatti i costi di esternalità di un trasporto a medio raggio, circa 400km, gli studi più recenti forniti dall’Università Bocconi, sostengono che un trasporto via camion, seppur di nuova generazione, impatti in termini di esternalità (emissione di gas climalteranti, congestione, incidentalità, rumore, ecc.) per un costo stimato pari a 0,5 euro a tonnellata/km, mentre nel caso di trasporto combinato ferroviario il costo scende a 0,049 euro, 10 volte in meno.
L’intermodalità presenta molteplici elementi di sostenibilità.
Dal lato ambientale, il trasporto ferroviario determina un abbattimento dei costi per le emissioni CO2: l’utilizzo di un locomotore elettrico sulla linea principale ha un bilancio energetico migliore rispetto al trasporto stradale.
Un secondo elemento di sostenibilità, che rischia spesso di essere sottostimato, è l’impatto di tipo sociale sul lavoratore dell’autotrasporto.
Se ipotizziamo un trasporto sulle lunghe distanze, magari anche transfrontaliero, immaginiamo un viaggio medio di un trasportatore che duri 2-3 giorni, durante i quali il trasportatore deve poter raggiungere una destinazione, trovare un bilanciamento di carico e rientrare verso un’altra destinazione. È evidente che si tratti di un lavoro ben diverso da quello di un autotrasportatore impiegato sulla distribuzione a corto raggio tipica dei viaggi intermodali. In questo caso, l’autotrasporto è funzionale al treno e prevede delle missioni compatibili con un lavoro giornaliero che consenta all’autotrasportatore, a fine missione, di rientrare comodamente a casa, bilanciando in maniera più sostenibile la propria vita personale e familiare.
L’intermodalità non è quindi in contrapposizione all’autotrasporto. Al contrario, permette all’autotrasporto di sfruttare i propri elementi di flessibilità e capillarità del servizio, focalizzandoli sulle tratte a corto raggio.
Oltre a questi elementi di sostenibilità endemici dell’intermodalità, in Contship, si è voluto investire per dare una spinta alla sostenibilità economica del trasporto ferroviario, anche su tratte molto brevi, nell’ordine dei 200-230 km.
Hannibal, l’operatore multimodale del Gruppo, ha lavorato quindi sull’integrazione dei servizi, governando tutti gli asset fisici (terminal e locomotori) e ottimizzandone l’uso. Attraverso la propria azienda ferroviaria Oceanogate Italia, sono stati progettati dei collegamenti triangolari, che, anziché servire due sole destinazioni con un’unica tratta, prevedono il collegamento con delle destinazioni intermedie prima di rientrare al punto di partenza.
In questo modo il materiale rotabile risulta impegnato per tempi più lunghi nell’arco della giornata, i flussi vengono bilanciati e i costi sul singolo processo vengono abbattuti.
Altri vantaggi di tipo economico vengono inoltre offerti dai programmi della Comunità Europea e da alcuni Paesi membri dell’Unione, sotto forma di incentivi fiscali. In Italia, ad esempio, da diversi anni esiste il Ferrobonus, un contributo a favore del trasporto intermodale o trasbordato su ferrovia che può essere richiesto sia dalle imprese utenti sia dagli operatori del trasporto combinato (MTO).
Un ultimo punto di attenzione del gruppo Contship nei confronti dei propri clienti è la trasparenza con cui vengono comunicate mensilmente in fattura le emissioni di CO2 equivalenti risparmiate in funzione del kilometraggio dei trasporti effettuati su rotaia. Si tratta di una prassi attiva da più di 10 anni per tutti i clienti di Hannibal. Per il calcolo delle emissioni vengono utilizzati tool standard e riconosciuti, come ad esempio Ecotransit.
La sostenibilità nei confronti dei dipendenti
Il terzo asse lungo cui si sviluppa il concetto di sostenibilità per il gruppo Contship Italia è l’attenzione alle proprie risorse.
Contship è stata fra le prime aziende di un comparto come quello in cui opera a introdurre il cosiddetto bilanciamento casa-lavoro, andando a offrire ai dipendenti una serie di servizi di utilità disegnati sulla base delle loro specifiche esigenze raccolte attraverso la somministrazione di questionari. Un processo per capire quali fossero le possibili necessità dei dipendenti, di tipo personale e famigliare. Sulla base delle informazioni raccolte, è stato quindi costruito un modello di welfare aziendale che è a vantaggio sia dell’azienda sia del lavoratore, perché l’azienda ha la possibilità di defiscalizzare tutta una serie di bonus che vengono elargiti ai propri collaboratori e i dipendenti possono beneficiare di un insieme di servizi utili per se stessi e per la propria famiglia. Questi servizi vengono costantemente aggiornati attraverso delle piattaforme di monitoraggio della soddisfazione e delle nuove esigenze dei lavoratori.
Concludendo, il Gruppo Contship Italia ha sviluppato una visione a 360° del concetto di sostenibilità partendo da un vantaggio principale: un’azienda che per sua natura lavora in un comparto, quello del trasporto marittimo e terrestre, che, a differenza di altre industry, determina generalmente un limitato impatto ambientale.
Partendo da questo vantaggio, è stata sviluppata una missione che determina la stessa identità e unicità del gruppo: promuovere soluzioni terminalistiche e di trasporto intermodale indipendenti. Risulta pertanto evidente che quello che per molti oggi è una necessità e un obbligo, per Contship non è altro che una continuazione e un ulteriore sviluppo di una mission che è nel DNA dell’azienda da oltre 50 anni.