Connettività intermodale svizzera: intervista al Direttore dello Swiss Shippers Council

A settembre di quest’anno è stata aperta al traffico la galleria di base del Monte Ceneri, sezione finale del tunnel di base del San Gottardo, che si snoda ora per 57 chilometri attraverso le Alpi Svizzere, offrendo ai caricatori e ai ricevitori elvetici un’opzione ancora più interessante per trasportare le merci via treno, dai porti italiani direttamente fino al cuore dell’Europa.

Per comprendere meglio le implicazioni operative e commerciali per gli shipper svizzeri, legate al completamento della sezione finale del tunnel, Contship ha intervistato Philippe Muster, Direttore dello Swiss Shipper Council (SSC), associazione degli spedizionieri elvetici che agisce in maniera neutrale, per promuovere gli interessi del comparto nell’ambito del trasporto nazionale ed internazionale.

Mr. Muster, si prevede che il traforo di base del San Gottardo permetterà di ridurre il tempo di transito tra Zurigo/Basilea e Milano. In che modo questo sviluppo infrastrutturale può incentivare i cargo owner svizzeri a incrementare lo shift modale strada/ferrovia?

P. Muster: Molti caricatori e ricevitori utilizzano già diversi servizi che scalano i porti liguri per importare ed esportare, apprezzando i collegamenti intermodali affidabili, che collegano i porti e gli hub inland, servendo il traffico continentale. Se le compagnie marittime, gli operatori ferroviari e gli spedizioneri riusciranno a tradurre questo vantaggio in un servizio esclusivo, i cargo owner incrementeranno l’utilizzo della ferrovia.

Se i caricatori e i ricevitori utilizzano i porti del Nord Europa, lo fanno più per ragioni di tempi e costi che per motivi legati alla sostenibilità ambientale (come per esempio la riduzione delle emissioni di CO2). D’altro canto, è vero che la consapevolezza dell’importanza della sostenibilità è in forte crescita. Tuttavia, ad oggi la natura altamente competitiva dei mercati fa ancora prevalere gli elementi puramente economici.

Il parlamento svizzero ha recentemente raggiunto un accordo su una nuova legge sulle emissioni di CO2, che include un pacchetto di incentivi per raggiungere gli ambiziosi obiettivi nazionali sul contrasto al cambiamento climatico: le autorità svizzere ambiscono a ridurre le emissioni di anidride carbonica del 50% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

La nuova legge introduce numerosi incentivi per ridurre le emissioni di gas serra, in linea con in Trattato di Parigi, firmato nel 2015. Tre quarti della riduzione di CO2 dovrà essere raggiunta in Svizzera e la restante parte nelle nazioni estere.

Con il completamento del traforo del San Gottardo, come cambia il ruolo dell’Italia intesa come gateway marittimo per la Svizzera e l’Europa continentale? Il nuovo tunnel aumenterà la competitività del sistema Southern Gateway rispetto ai porti del Nord Europa?

PM: è importante che tutti gli anelli della supply chain facciano bene il proprio lavoro. E’ pertanto vitale che la tratta dal tunnel agli hub inland e ai porti sia efficiente ed affidabile. Il supporto del governo italiano e degli operatori terminalisti è molto importante in questo senso, per mantenere e sviluppare questo sistema logistico.

Il completamento di questa infrastruttura è un grande passo in avanti, poiché fornisce ai cargo owner un’opzione davvero innovativa per trasportare le loro merci da e verso l’Europa continentale. Il cambiamento, però, non sarà repentino. Bisogna ricordare che i porti del Nord Europa continuano a vantare processi all’avanguardia e solide relazioni coi clienti; e che spesso i partner logistici considerano determinante il risparmio di tempo e denaro. Infine, notiamo che le procedure doganali in Olanda e Germania restano ancora più semplici, rispetto all’Italia.

La Presidente della Confederazione Svizzera Simonetta Sommaruga ha affermato durante la cerimonia di apertura che: “Il tunnel comporta un vantaggio competitivo per la Svizzera e fornisce un’alternativa di trasporto sostenibile”. Dal suo punto di vista, in che modo questa politica di trasporto sostenibile può rendere la Svizzera più competitiva?

PM: Per i caricatori e i ricevitori svizzeri è importante avere un accesso semplice ed affidabile a tutti i principali corridoi europei, per rimanere competitivi. Garantire questo accesso attraverso modalità di trasporto sostenibili è certamente la soluzione ideale.

Lo shift modale dalla strada alla ferrovia continua da quasi 30 anni; di fatto molte merci attraversano già la Svizzera via treno per raggiungere l’Europa centrale. Questo trend aumenterà nei prossimi anni, ma gli effetti non saranno clamorosi, perché il processo è in moto da più di 20 anni.

Qual è l’ostacolo più grande per gli shipper svizzeri, nell’adozione di una politica di trasporto sostenibile?

PM: “Il tempo è denaro”: la tempestività è il fattore decisivo per qualsiasi supply chain manager. Tempi di transito più veloci, servizi più affidabili e la disponibilità di diverse modalità di trasporto sono dunque cruciali. I cargo owner svizzeri sono ben posizionati e dispongono di molteplici opzioni sostenibili, come il servizio via treno o il trasferimento su chiatte lungo il fiume Reno, ma l’aspetto più importante resta la competitività delle singole opzioni.

Come hanno fatto fronte al Covid-19 i membri dello Swiss Shippers Council?

Ci sono diversi punti di vista nel settore: alcuni sostengono che la logistica non sia stata colpita più di tanto, per quanto riguarda il traffico proveniente dall’Asia. Il traffico di contenitori è stato sicuramente più lento nella prima parte del 2020, con volumi minori quando il virus ha iniziato a circolare in Cina. Comunque, non ci sono stati particolari problemi alle dogane, in quanto le autorità hanno attivato corsie rapide, dedicate ai mezzi pesanti, nei mesi di marzo e aprile; una scelta vincente.

Durante i primi mesi della pandemia, ci sono stati alcuni problemi di approvvigionamento, i cui effetti hanno coinvolto diversi settori, a causa della mancanza di materie prime e semilavorati, generando notevoli perdite economiche. Ad ogni modo, il settore della logistica non è stato quello colpito più duramente. Le difficoltà maggiori, nel mondo della supply chain, sono legate al commercio aereo, che ha subito conseguenze pesanti, ed è ancora profondamente penalizzato dalla situazione.

Quali sono le prospettive per il 2021?

PM: Stiamo iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel, quindi siamo ottimisti per il 2021. Detto questo, operiamo in un mercato globale davvero difficile, dove le aziende poco performanti sono destinate a fallire: non le vedremo più. Resisteranno i più forti, quelli che saranno in grado di adattarsi e di rinnovarsi. Sono fiducioso riguardo al settore logistico svizzero, perché è essenzialmente solido. Dobbiamo affrontare sfide complicate per garantire, ad esempio, la ripresa nel settore turistico; ci vorrà molto tempo per porre rimedio a tutto questo, ma credo che per il settore dell’import/export ci sarà una ripresa nel prossimo anno, e ne siamo felici.